Maurizio Camerani
Sede espositiva: Villa La Mercantile
Io-Io è una scultura dalla forma rigorosa e perfettamente squadrata. Al suo interno, un video mostra un’ombra danzante, che pare attraversare la geometria perfetta dell’opera.
L’opera è un esempio emblematico di videoscultura, tipologia di lavori che Maurizio Camerani realizza a partire dagli anni Ottanta e che esprime la sintesi tra la sua formazione scultorea e la sperimentazione del linguaggio video intrapresa fin dai primi anni Settanta.
Il suo significato si fonda su un delicato equilibrio tra la fisicità e il peso materiale della scultura e l’immaterialità dell’immagine in movimento che essa racchiude; tra la pulizia delle forme e la sobrietà del filmato. Questa tensione rimanda, in realtà, a una dimensione esistenziale, evocando la ricerca di equilibrio interiore che ogni individuo tenta di costruire all’interno delle rigide convenzioni della realtà formale. In tale prospettiva, l’ombra che attraversa la scultura, assume un valore simbolico, rappresentando idealmente, quella parte intima e spesso inespressa che abita ciascuno di noi. Camerani, nel progettare le sue esposizioni, trae costantemente ispirazione dal luogo in cui opera e dalla sua storia. Il blu metallico dell’opera Io-Io richiama finemente le tonalità blu presenti nei dettagli decorativi degli affreschi che ornano la volta della sala. Inoltre, la forma squadrata dell’opera contribuisce, per contrasto, a esaltare il fascino intrinseco degli ambienti storici di Villa La Mercantile. Anche in questo caso, ritorna il tema dell’equilibrio, suggerito dall’elemento della trave che attraversa le due sale del palazzo e che diventa motivo di connessione tra le opere esposte.
Io-Io, 2000-2001, ferro smaltato, monitor 14”, prog. Audio-video, 100x100x100 cm (Courtesy Galleria Umberto Benappi – Torino)
Il video Golgota si compone di una sequenza di immagini di luoghi molto distanti tra loro, sia culturalmente sia geograficamente.
Tra questi frammenti, montati insieme in maniera apparentemente disordinata e talvolta rovesciati, si trovano ricordi di viaggi esotici, tra cui quelli a Bali e in Sri Lanka, ma anche scenari legati a Ferrara, città d’origine dell’artista. Dietro questi scenari tropicali, si cela l’idea biblica del Golgota e il richiamo intrinseco al dolore e alla sofferenza. Questo riferimento emerge chiaramente attraverso la figura della ballerina balinese che danza al contrario, creando un forte contrasto visivo e simbolico. L’intero video si basa su una dinamica di contrasti: bianco e nero, immagini che si susseguono rapidamente contrapposte alla lentezza del movimento della danza, il diritto e il rovescio. È una composizione costruita sul dualismo, che riflette una sensibilità contemporanea verso l’estetica dei contrasti. L’atmosfera esotica che il video rievoca si armonizza bene con le scene affrescate sulla volta della sala, dove figure che ricordano beduini si muovono tra le palme dell’oasi dipinta. Golgota trova poi un legame spaziale e concettuale con l’altra opera esposta nella sala adiacente grazie all’elemento della trave, che attraversa le due stanze, simbolo della ricerca di un equilibrio, tanto fisico quando esistenziale.
Golgota, 2011, video 13’,50”, U-Matic ¾ di pollice di digitalizzato, colore, suono (Courtesy Galleria Umberto Benappi – Torino)
Maurizio Camerani (Ferrara, 1951) si è laureato presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna nella sezione di scultura, e successivamente al DAMS della stessa città. Negli anni Settanta avvia un percorso di ricerca che, mettendo in discussione le tecniche tradizionali, privilegia l’indagine sul rapporto tra azione e immagine fotografica. La sua esperienza si sviluppa quindi all’interno del gruppo Ricerche Inter/ Media, nato nel 1975. Dagli esperimenti condotti sull’immagine elettronica nei primi anni Ottanta, nasce la collaborazione con il Centro Video Arte di Ferrara del quale sarà, per oltre un decennio, uno dei principali esponenti. Nel corso di questi anni, la pratica del linguaggio video trova nuova linfa grazie al recupero dell’esperienza scultorea maturata negli anni della sua formazione. Dalla relazione di questi due media nasce la produzione di videosculture, che segnerà il prosieguo della sua ricerca portandolo a esporre nei più significativi festival internazionali (Montreal, 1984; Locarno, 1985; Colonia, 1985; Taormina, 1991). Sue opere sono presenti in diverse collezioni pubbliche e private, tra cui: collezione Campiani (Brescia), collezione Radici (Bergamo), Collezione Rebecca Russo-Videoinsight (Torino), Galleria d’Arte Moderna (Cagliari), Galleria d’Arte Moderna Gam (Torino), Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea Repubblica di San Marino, Museo del Novecento Milano, MAMbo di Bologna.