Federico Borroni

Sede Espositiva: Bava Azienda Vitinvinicola

SELVATICA

Selvatica è un progetto artistico che prende forma attraverso tre tele dipinte a olio e tre sculture in ceramica invetriata. L’insieme costituisce un paesaggio immaginifico e al tempo stesso reale, nato dall’osservazione delle piante alimurgiche – quelle erbe spontanee che crescono ai margini, spesso ignorate, ma portatrici di una memoria antica e di una forza vitale incontrollata.

Il titolo Selvatica racchiude un duplice senso: da un lato evoca la selva, luogo di smarrimento e di visioni, metafora della perdita e del ritrovarsi nello sguardo; dall’altro richiama la natura indomita di queste piante, che nascono senza permesso e senza argini, capaci di resistere, di reinventarsi e di fiorire in ogni contesto.

Le opere non intendono rappresentare fedelmente le forme vegetali, ma generare un linguaggio visivo che deriva da esse. Le linee si piegano, si aggrovigliano e si aprono come se fossero germogli in espansione, trasformando la materia pittorica e ceramica in organismi che sembrano vivere di una propria energia.

La scelta cromatica si fonda sui tre colori primari, non solo come riferimento universale e generativo, ma anche come eco dei petali e dei fiori delle piante alimurgiche, che proprio attraverso queste tonalità elementari annunciano la loro presenza discreta.

In Selvatica pittura e scultura dialogano, costruendo un microcosmo in cui lo spettatore è invitato a perdersi, come in una piccola foresta di segni e forme. Un invito a guardare con occhi nuovi ciò che cresce spontaneo, ciò che nasce al margine, e a riconoscere in esso non un disordine, ma una forza poetica e necessaria.

SELVATICA (Courtesy Trium Art Gallery, Monza)

Federico Borroni ( Recanati, 1991) è un artista che si distingue per la sua pittura raffinata, complessa e profondamente concettuale. Dopo aver completato la sua formazione tra l’Accademia di Belle Arti di Macerata, l’Académie Royale des Beaux-Arts de Liège e l’Accademia di Belle Arti di Venezia, ha sviluppato un linguaggio pittorico che riflette un’indagine intensiva sulla percezione visiva e sull’interazione tra l’opera e lo spettatore.

Il suo lavoro prende vita dall’osservazione diretta della natura, che diventa il punto di partenza per una trasfigurazione pittorica di grande intensità.

Frammenti naturali come foglie, rami e intrecci vegetali sono rielaborati attraverso una serie di schizzi e bozzetti, per poi essere tradotti in un sistema pittorico stratificato e complesso.

Le superfici cromatiche che ne derivano sono dense e avvolgenti, dando vita a spazi in cui il confine tra il visibile e l’invisibile si dissolve, creando un’esperienza visiva che sfida la semplice rappresentazione. Borroni non si limita a riprodurre la realtà, ma la trasforma, aprendo nuove dimensioni che suggeriscono mondi sconosciuti e spazi di riflessione infinita.

Oggi, tra Macerata e Venezia, Borroni continua a portare avanti una ricerca che esprime la sua straordinaria capacità di fondere la realtà naturale con l’immaginazione, trasformando ogni tela in un luogo di rivelazione.

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