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CHIARA FERRANDO

Attraversando i paesaggi di campagna del Monferrato durante alcune trasferte lavorative, l’occhio e l’obiettivo di Chiara Ferrando sono rimasti magneticamente attratti e folgorati dagli alberi che si ergono imponenti e silenziosi all’interno di numerose chiese abbandonate.

E’ nato così il progetto presentato per questa prima edizione di Germinale, Quello che stavamo aspettando, personale ritratto di un territorio particolarmente amato.

L’ispirazione è nata dall’osservazione di questi luoghi trascurati e dimenticati in cui la natura ha fatto ritorno, quasi come a volere prendersene cura per ridare vita e senso a spazi inutilizzati e lasciati vuoti dall’Uomo.

L’indagine fotografica di Chiara Ferrando è volta a svelare le storie stratificate nelle mura di ogni edificio: insinuandosi in luoghi abbandonati e preclusi, l’obiettivo cattura paesaggi inaspettati in cui la natura ricopre lo scempio dell’abbandono, riempiendo gli spazi sacri di nuova vita.

Piante, alberi, fiori, cespugli si intrecciano in modo caotico e indissolubile agli elementi architettonici edificando sontuose e inattese cattedrali vegetali. Ogni scatto restituisce immagini stilizzate che sembrano evocare l’antica tecnica dell’acquaforte, per catturare l’essenza della scena attraverso una narrazione basata sulle forme e sul contrasto. La serie di fotografie suggerisce in questo modo, anche attraverso i più piccoli dettagli, una interpretazione mistica e trascendente dei luoghi attraverso la loro intima connessione con il paesaggio, allusione a un auspicabile ritorno a forme di spiritualità più autentica, in totale connessione con la Natura.

Le chiese rappresentate nelle opere sono: Madonna della Neve a Calliano, dedicata alla Vergine che annunciò la miracolosa nevicata del 5 agosto 352, suggerendo il luogo in cui edificare la basilica romana di Santa Maria Maggiore; la Chiesa di San Giovanni Battista, adiacente alla Cantina Sette Colli di Moncalvo. Fu eretta nel 1653 nel luogo in cui si trovava un pilone affrescato nel 1603 dal Moncalvo raffigurante San Giovanni Battista nel deserto. 

 

QUELLO CHE STAVAMO ASPETTANDO, 2024, stampa su carta cotone, 40 x 40 cm, Ed. 1/5 

 

Chiara Ferrando (Torino, 1978), laureata in Economia e Commercio, approda alla fotografia da autodidatta, affascinata dalle possibilità creative che questa è in grado di offrire.

Svolge la sua ricerca artistica a Torino e la collaborazione con svariati architetti ed artisti le permette di approfondire e studiare la fotografia quale forma d’arte.

Da sempre interessata al medium fotografico quale mezzo espressivo attraverso cui trasmettere la propria visione, fatta di passione e profondo sentimento verso la bellezza, e svelare sfumature del reale non direttamente percepibili attraverso uno sguardo fugace e superficiale. La sua ricerca si indirizza così all’essenza tramite l’utilizzo della luce, per trasmettere lo straordinario, l'intimità del ricordo o quello che il cuore ha già visto.

Tra i temi costanti e ricorrenti vi sono il paesaggio e gli spazi architettonici con l’obiettivo di creare e svelare le storie che i diversi luoghi o edifici recano in sè, con un occhio particolare per i volumi, le vie di fuga e per il contrasto tra vecchio e nuovo.

Le sue immagini sono frutto di un processo intuitivo: i soggetti non vengono semplicemente riprodotti ma impressi come dettano l’istinto, le emozioni e la creatività, da cui ne deriva una visione dell’arte fotografica pittorica, stilizzata e soprattutto evocativa.

Tra le ultime esperienze espositive nel 2023 le collettive Essenziale presso la Fondazione Amleto Bertoni di Saluzzo e Babele allo Spazio Musa di Torino e la personale Blooming Darkness nel 2022 preeo la Rocca di Arignano.

 

 @chiapicck

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